Consiglio 9 luglio 2007

1. Piano di Assetto del Terrotorio: proposte del Consiglio di Quartiere all'Amministrazione Comunale.

Le indicazioni che questo consiglio di quartiere vuole riportare per la stesura del PAT, nuovo strumento urbanistico per la pianificazione della città sono frutto di un lavoro di sintesi della conoscenza diretta del territorio, dell’analisi svolta dalla commissione urbanistica della circoscrizione, dei risultati del percorso partecipato della primavera ’07 oltre che dei 3 percorsi partecipati precedenti di Mortise, Pescarotto e Camin.
Il territorio del quartiere 3 Est, di dimensioni rilevanti rispetto all’intero territorio comunale è caratterizzato dalla presenza di vari compendi edilizi interessati da diverse funzioni che danno vita a unità urbane molto diverse una dall’altra. Lo strumento urbanistico sarà chiamato a rafforzare le caratteristiche già esistenti del territorio ma in alcuni casi è necessario prevedere degli interventi di mitigazione ambientale nelle zone dove diverse funzioni vanno a incontrarsi.

Le unità urbane sono:
Ponte di Brenta: si configura come un piccolo paese che vive di vita propria rispetto alla città. Di fatto interamente residenziale ha buona dotazione di servizi e piccole attività commerciali. Soffre per il traffico di attraversamento (mitigato dalla nuova tangenziale).

Torre: il territorio di questa unità rappresenta una delle poche porzioni ancora agricole della città. Il cuore del rione ha subito negli ultimi anni un notevole incremento di residenzialità ma come spesso accade non sono cresciuti di pari passo i servizi. E’ interessato dalla presenza del fiume Brenta, area di indiscusso pregio ambientale.

Mortise: ha caratteristiche residenziali e si presenta come un territorio quasi completamente urbanizzato. Buona la dotazione di servizi. I futuri interventi dovranno sforzarsi di non essere invasivi rispetto a situazioni urbane già consolidate e di riqualificare le parti di territorio di minor pregio. Va assolutamente spostata la ferriera, incompatibile con il tessuto residenziale;

San Lazzaro: unità urbana in grande trasformazione ha già subito radicali trasformazioni in seguito agli espropri della ZIP e pagato 50 anni di pesanti vincoli del PRG. Si divide in una zona con caratteristiche residenziali e una fortemente commerciale che arriva a fondersi con la ZIP.

Stanga-PioX-Pescarotto: E’ una delle zone di maggiore complessità, caratterizzata dalla presenza di moltissime diverse funzioni e grandi attrattori di traffico. Inoltre la zona Pescarotto è frutto di un’urbanizazione “spontanea” senza nessuna regola. Per l’intera unità vanno pensati interventi di mitigazione tra la parte residenziale e le altre funzioni e rinforzato l’aspetto residenziale.

ZIP: grandissima area monofunzione, dotata di buona viabilità interna e di adeguati servizi. Va disciplinata la trasformazione già in corso della parte Nord e verificata l’esigenza di ampliamento. Vanno inoltre valutate politiche per mitigare l’impatto ambientale e migliorata la viabilità di interfaccia con la città

Camin: anche questa unità si configura come un piccolo paese con vita propria rispetto alla città. E’ completamente isolato dal resto del territorio dall’area industriale che lo circonda quasi completamente. E’ interessato da un importante traffico di attraversamento generato dall’esigenza di accesso alla città dei residenti dei comuni contermini

Granze : piccolo nucleo che di atto fa fatica a configurarsi come unità urbana. Con la nuova pianificazione vanno individuati interventi che spostino il nucleo a gravitare verso ponte San Nicolo’ piuttosto che Camin. E’ quindi indispensabile che nessuna nuova infrastruttura vada a separare questo insediamento dal vicino centro di Ponte San Nicolò

Isola di Terranegra: un’area verde di grande estensione e rilevante interesse ambientale in buona parte di proprietà pubblica o di enti. Va assolutamente individuato un percorso di riqualificazione e conversione nel più importante parco della città

Forcellini/Terranegra: unità urbana con caratteristiche esclusivamente residenziali. Quasi completamente urbanizzata ha ottima dotazione di servizi, vicinanza e facile accessibilità al centro città e al polo ospedaliero.

I principi generali
Il nuovo strumento urbanistico dovrà dare adeguate risposte alla richiesta di sviluppo del territorio fissando alcuni principi generali.
mobilità: è l’aspetto che condiziona in modo sempre più pesante chi vuole vivere la città. Il tempo necessario per gli spostamenti rappresenta oggi, assieme al relativo inquinamento prodotto, uno dei principali problemi di tutte le città. E’ quindi necessario progettare eventuale nuova edificabilità in funzione anche dell’accessibilità al trasporto pubblico e dei collegamenti alla viabilità principale. Non è immaginabile di continuare a realizzare nuovi insediamenti in zone prive di qualsiasi tipo di servizio, completamente scollegate dalla viabilità principale e lontane dagli assi principali del trasporto pubblico. Per gli insediamenti esistenti va invece adeguatamente ridisegnato un sistema di percorsi che crei valide interfacce al trasporto pubblico, sfruttando dove possibile punti di scambio intermodali con adeguati parcheggi scambiatori; va scoraggiato il traffico di attraversamento lungo le radiali e l’accesso al centro storico deve essere affidato prevalentemente al mezzo pubblico; il collegamento con gli altri quartieri deve avvenire attraverso l’anello delle tangenziali e non attraversando la città densa.
Per entrambe le future linee SIR si chiede un percorso a Y, per la SIR 2 in modo da servire Ponte di Brenta (da prolungare fino a Vigonza) e la stazione SFMR (meglio se prolungata fino a Mortise), per la SIR 3 oltre al percorso già previsto un secondo ramo che attraverso l’isola di Terranegra arrivi a servire la ZIP e attestarsi sul parcheggio del casello autostradale di Padova Z.I.
sistema ambientale: è un altro dei temi più sentiti dai cittadini. Va abbandonata una visione del verde fatta di singoli episodi o piccoli parchi per passare a una progettazione di un sistema di corridoi ecologici. Una rete di aree verdi, fruibili ai cittadini, che colleghi i parchi esistenti e ne dia una continuità. La realizzazione dei corridoi potrà inoltre essere sfruttata per creare percorsi protetti per le fasce deboli di utenti della strada: le piste ciclabili in questo modo potranno abbandonare il ciglio della strada per trovare una adeguata collocazione nei corridoi verdi;
modifica delle norme che regolano l’edificazione: si chiede una importante modifica delle norme che da una parte riduca la possibilità di realizzare miniappartamenti se non in una percentuale minore rispetto agli alloggi idonei per ospitare una famiglia. Inoltre devono essere introdotti importanti sgravi fiscali o altre agevolazioni economiche per gli immobili con caratteristiche importanti di risparmio energetico o utilizzo di energie rinnovabili e il recupero delle acque meteroriche. Tali aspetti devono diventare un obbligo per le nuove edificazioni.
patrimonio edilizio esistente: va in tutti i modi incentivato il riuso o recupero del patrimonio esistente prima di procedere con nuove urbanificazioni: il territorio del quartiere, ma anche dell’intera città, presenta ancora poche porzioni non edificate con caratteristiche ancora agricole. Tali aree vanno tutelate e preservate da nuove costruzioni. Al fine di garantire la salvaguardia delle unità urbane deve essere evitata la saldatura tra le unità urbane con la realizzazione di cinture verdi e corridoi ecologici che le colleghino, attrezzati a verde ed a percorsi ciclo pedonali.
Densificazione del territorio: va evitata l’edificazione dei residui spazi liberi, se non laddove sia stata accertata la necessità di realizzare i servizi mancanti o di espandere il sistema insediativo per sviluppare nuclei residenziali sottodimensionati (es. Granze, S.Lazzaro). In quest’ultimo caso le edificazioni possono corrispondere al godimento dei crediti edilizi, che devono essere fatti atterrare nelle nuove aree di espansione.
Grandi infrastrutture: in territorio del quartiere è fortemente segnato dalla presenza di infrastrutture di interesse sovracomunale: per il futuro si chiede che tali opere siano sempre valutate in chiave ambientale prima che per i flussi di traffico, dando la priorità a quelle che si pongono l’obiettivo di ridurre o sposare flussi di traffico piuttosto che renderli più scorrevoli: in questa chiave viene vista in modo positivo il sistema SFMR e l’idrovia (che potrebbe contribuire a ridurre il rischio idraulico),mentre va assolutamente rivista l’idea della camionabile lungo l’idrovia.

Alcuni interventi nel dettaglio:
Pescarotto:
il rione è nato quasi esclusivamente attraverso l’autocostruzione degli immobili da parte dei proprietari del terreno negli anni 50. per questa parte del territorio (il triangolo composto da 7 stradine parallele) vanno individuate delle apposite norme che favoriscano l’accorpamento dei volumi, l’eliminazione di tutti i volumi a confine e le varie superfetazioni. Per stimolare la proprietà ad intervenire in questa ottica sono da utilizzare premi in cubatura o qualsiasi altro strumento che possa fungere da volano per una importante riqualificazione, anche ammettendo puntuali deroghe per l’edificazione in sopraelevazione. Per l’area occupata dall’officina della Sita posta tra le vie Orlandini e Pescarotto si chiede un cambio d destinazione d’uso di tipo residenziale con eventuale presenza di piccoli spazi commerciali che possa dare vita a un nuovo centro del rione.
Cambio di destinazione d’uso (rispetto alle attuali previsioni di PRG) è necessario anche per l’area occupata dal deposito APS e per la fascia lungo via Goldoni/Friburgo. Qui si chiede venga valutato attentamente il rapporto costi/benefici di uno spostamento dei mezzi APS liberando un’area di grande strategicità. L’ipotesi potrebbe essere quella di dare vita a più piccoli depositi attorno alla città con un'unica sede/centro servizi ubicato in zona industriale.
Per l’area Candeo tra le vie Grassi e Maroncelli si chiede un cambio di destinazione d’uso che si ponga l’obiettivo di liberare l’area attraverso il ricorso alla perequazione. Per l’area ex Rizzato (via Venezia/Pescarotto) si chiede che venga realizzato il 20% di volume a residenziale previsto dall’attuale piano e che questo sia posizionato su via Maroncelli. Impianti sportivi o altri servizi sono da prevedere nell’area lungo via Pescarotto dietro la caserma dei Carabinieri. Per completare la visione del quartiere va individuato un corridoio verde che correndo lungo la via Friburgo metta in relazione i vari spazi verdi
Pio X: il rione sta subendo una fuga dei residenti a causa del degrado generato da Via Anelli. Per il futuro, dato per ormai realizzato l’intervento di bonifica del complesso serenissima, sono da prevedere interventi che mirino a riportare residenti, specialmente famiglie, nel territorio e che mitighino l’incontro della residenza con il commerciale e direzionale posto a sud. Va inoltre realizzato un corridoio ecologico (vedi punto precedente) che si snodi lungo la via Friburgo andando a collegare gli spazi verdi del Pescarotto (via Curiel e Candeo) e della zona Peep 6 (parco Esperanto) arrivando a interessare anche San Lazzaro attraverso il cavalcaferrovia o, preferibilmente, attraverso un nuovo sottopasso ciclopedonale per arrivare ad attestarsi fino Ponte di Brenta.
Il cavalcaferrovia deve essere mantenuto come viabilità di collegamento interquartiere preservandolo dal traffico di attraversamento.
Mortise: va trovata una adeguata soluzione al tema della stazione del SFMR che sia rispettosa delle situazioni già consolidate e sia condivisa dal territorio senza per questo compromettere la funzionalità del manufatto. Si propone di modificare le previsioni del prg vigente relativamente all’accesso alla stazione valutando la possibilità di soluzioni meno impattanti da via Ippodromo che vadano a sfruttare l’area di perequazione ambientale adiacente. Con questa soluzione va definitivamente cancellata l’ipotesi del prolungamento di via Di Lenna fino alla stazione ferroviaria al fine di mantenere l’importante patrimonio di aree verdi esistente. Per quanto riguarda invece le aree di sosta va abbandonata l’ipotesi di grande parcheggio sull’attuale parco di via Rizzetto, cercando anche qui nuove diverse collocazioni compatibili con il tessuto esistente (va verificata la possibilità di posizionare l’area di sosta in prossimità del capolinea del 9, al fine di creare anche un punto di scambio intermodale tra trasporto pubblico urbano e SFMR.) Per la ferriera di via Maroncelli va individuata una nuova destinazione d’uso che garantisca l’effettivo trasferimento dell’esistente insediamento industriale. In considerazione della posizione baricentrica tra 3 diversi rioni lo sviluppo deve essere di tipo residenziale con servizi alla residenza sul lato prospiciente alla via Maroncelli. La parte verso la via Friburgo po’ invece essere utilizzata come deposito per il trasporto pubblico nel caso si decidesse per uno spostamento dello stesso in forza della diretta accessibilità alla viabilità che porta alla stazione FFSS
San Lazzaro: attualmente questa porzione di territorio è già in forte trasformazione. Si chiede che il nuovo strumento urbanistico dia finalmente una visione di insieme che fino ad oggi è mancata, obbligando alla realizzazione di un piano guida per l’intero rione o comunque individuando un’area a progettazione unitaria, che comprenda anche l’area comunale Temi fondamentali sono la creazione di alcune centralità, quali il nuovo centro civico dietro il NET e la nuova stazione SMFR, che deve essere valorizzata al massimo al fine di creare un importante luogo urbano Altro tema molto importante è il ricongiungimento della residenza posta tra le Vie San Marco e delle Grazie con il cuore del rione attraverso un ampliamento residenziale che si sviluppi parallelamente alla via San Marco verso est: qui vanno individuate anche adeguate soluzioni per la viabilità di quartiere La zona prospiciente alla stazione ha tutti i requisiti per diventare un importante nuovo business center con accesso diretto dalla tangenziale e servito dal trasporto pubblico (per il SIR 2 è necessario prevedere un percorso a Y in modo di servire la stazione e creare un importante nodo intermodale).
Sempre nell’area di proprietà comunale sarà possibile individuare nella parte centrale una funzione di tipo culturale al fine di ottenere un rione che viva in tutte le ore del giorno. Sempre in questa logica l’area attorno all’attuale palazzetto dello sport va utilizzata per la realizzazione di un importante centro sportivo che si sviluppi fino alla casa dello studente.
Per la nuova edificabilità è da inserire un vincolo di obbligo alla realizzazione di una linea di teleriscaldamento collegata alla nuova linea dell’inceneritore (attualmente in fase di realizzazione).
La porzione di proprietà comunale potrà essere utilizzata anche per destinarci i crediti edilizi. In tal caso diventa ancora più importante la stesura di un piano guida in modo che se anche l’edificazione dovesse essere spezzettata in piccoli interventi non venga meno una visione globale del rione. Al fine di risparmiare la maggiore quantità possibile di territorio inedificato va prevista l’edificazione in altezza anche con la realizzazione di edifici a torre;
Torre: il rione è strategico per gli importanti aspetti ambientali. Il fiume Brenta va valorizzato e tutelato con la creazione di un parco a livello intercomunale provinciale. In tale contesto vanno tutelate anche le aree agricole di Torre. Per mantenere la caratteristica rurale vanno individuate strategie che valorizzino tale aspetto e potenzino aspetti di turismo rurale, magari attraverso la creazioni di percorsi con caratteristiche ricreative; vanno valutate, al fine della sostenibilità economica delle aree agricole, le sistemazioni del suolo per la produzione di biomasse per usi energetici e le coltivazioni utili per la produzione del biodiesel o qualsiasi altre colture che uniscano la sostenibilità economica alla salvaguardia del territorio. Eventuali nuove edificazioni vanno disciplinate al fine di rispettare tali ipotesi ambientali. Si chiede venga garantita la possibilità di ampliare gli impianti sportivi nell’area posta a sud di quelli esistenti magari garantendo la possibilità di avere anche spazi per “orti sociali” sempre nella stessa area.
ZIP: la valutazione sull’esigenza di ampliamento viene lasciata ad un confronto con le categorie economiche. Va invece da subito previsto un nuovo regolamento che si ponga l’obiettivo di mitigare l’impatto ambientale dei capannoni. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alle coperture, da utilizzare come supporti per installazione di impianti di energia rinnovabile oppure per tetti verdi, e al recupero delle acque e permeabilità dei suoli. Va migliorata la viabilità di interfaccia con la città e i comuni limitrofi (la strada Zambon deve essere ripresa in considerazione, magari con un nuovo progetto con caratteristiche meno impattanti). Vanno disciplinate le trasformazioni già in corso, specialmente nella parte nord. Nel fare questo si deve garantire rispetto per i vecchi proprietari che hanno subito gli espropri per dar vita alla ZIP: vanno quindi mantenute caratteristiche industriali e evitate qualsiasi trasformazione di tipo speculativo; per la zona a nord va valutata la riconversione verso industrie ad alto valore aggiunto, che utilizzino sistemi high tech e le nano tecnologie, alla fine della creazione del polo tecnologico padovano; queste imprese, peraltro, richiedono volumi minori rispetto a quelli esistenti, per cui la riconversione potrà avvenire senza necessità di un ulteriore consumo di territorio, anzi si potrà realizzare un sensibile recupero ambientale, dando origine ad una zona industriale realmente sostenibile.
Isola di Terranegra: è un importantissima area verde collocata tra la città e la zona industriale. Va salvaguardata questa caratteristica e potenziata. Gli interventi in questo senso riguardano per prima cosa la rete fluviale: Va realizzato quanto prima il depuratore sul fossetta prima che questo immetta i liquami sul Roncaiette. Inoltre vanno individuate aree umide idonee a processi di fitodepurazione che aumentino la capacità in caso di piena. Dal punto di vista dell’edificazione da mantenuta la situazione esistente, limitanto gli interventi al solo recupero con eventuali piccoli ampliamenti del patrimonio esistente. Per edificabilità maggiori già previste dagli strumenti urbanistici va fatto ricorso allo strumento dei crediti edilizi al fine di spostarli in aree di minore pregio ambientale.
Obiettivo finale è l’istituzione di un grande parco, che si ponga in continuità con il cuneo verde dell’Iris, con caratteristiche agricole, ma fruibile dai cittadini. Si deve riuscire a bilanciare l’attività agricola con eventuali attrezzature di carattere ricreativo sportivo che contribuiscano a creare afflusso nel parco. Eventuali ampliamenti del depuratore di Ca Nordio saranno da realizzare esclusivamente attraverso opere interrate al fine di aumentare la superficie a parco.
Il tutto da realizzarsi in stralci attraverso il coinvolgimento della ZIP, proprietario di ampie aree. Per mantenere un intervento organico si chiede venga istituito l’obbligo di progettazione unitaria o master plan. Merita attenzione il progetto Viridis presentato dal Consorzio per la ZIP, che rielabora lo studio prodotto dalla Harvard Design School di Boston, purché con una attenta valutazione delle cubature ipotizzate e non si comprometta la realizzazione del porto fluviale.
Camin: i temi che riguardano questo rione sono due: il traffico di attraversamento e l’impatto della Zona Industriale. Per il primo si chiede di individuare delle valide alternative per il traffico di acceso in città lungo la via Vigonovese. Sono da individuare 2 diverse soluzioni: una per il traffico di attraversamento, e l’ipotesi più efficiente sembrerebbe essere il completamento di corso Stati Uniti con la “strada Zambon”, eventualmente con una sezione ridotta a 1 sola corsia per senso di marcia (v. anche quanto detto sulla mobilità nei principi generali) e una seconda per il traffico nel nucleo residenziale di Camin andando a individuare un anello attorno al centro da un lato sfruttando la Via Ronchi e il sedime della ferrovia abbandonata che arriva fino a Via Vigonovese, dall’altra coinvolgendo il territorio di Noventa Padovana . Vanno inoltre individuati interventi atti a creare un filtro tra capannoni industriali e area residenziale.
Granze: Il nucleo di Granze soffre di una totale mancanza di servizi. Anche andando a individuare piccoli ampliamenti residenziali difficilmente si potrà arrivare a un bacino che giustifichi o comunque crei le condizioni per nuovi servizi sia commerciali che civici. Tale funzioni dovranno quindi essere cercate nel vicino centro di Ponte San Nicolo’. A tale proposito è necessario che nessuna nuova infrastruttura separi i due nuclei residenziali. Tale vincolo dovrà essere sottolineato in particolare modo per la nuova linea ferroviaria e l’eventuale camionabile. Nell’intorno di Granze possono essere individuate aree per l’atterramento dei crediti edilizi, soprattutto per il trasferimento di volumetrie previste all’interno dei cunei verdi assoggettati a perequazione, quali quello di via Canestrini.
Ponte di Brenta: pur non avendo particolari esigenze in quanto quartiere consolidato i residenti chiedono una sistemazione del sistema dei parcheggi.Forcellini: eventuale nuova edificazione all’interno del cuneo verde del parco Iris, di cui tanto si discute rischia di avere importanti ripercussioni sulla viabilità, in quanto la sezione di Via Canestrini risulta avere una sezione insufficiente e quindi il traffico si riverserà sul lato di Via Forcellini. Inoltre si rischia di compromettere la continuità del corridoio ambientale con la vicina isola di terranegra. A tal fine si chiede di valutare la possibilità di ricorrere ai crediti edilizi o comunque a uno spostamento delle volumetrie in modo da salvare quanto possibile il cuneo verde e non compromettere la continuità del corridoio ecologico. Per quanto riguarda riduzione o spostamento delle volumetrie queste dovranno essere ubicate in modo da essere servite dalla viabilità esistente (Via Forcellini/canestrini) oppure spostate in altre aree del territorio attraverso i crediti edilizi.

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